Il pensiero mariano – Mercoledì 19 maggio

L’anno scorso, in uno dei nostri incontri in teatro, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la Madonna Sistina.
Dipinta nel 1513 da Raffaello per il monastero di San Sisto a Piacenza, oggi è conservata presso la Galleria dei dipinti di Dresda.
Vi è giunta dopo vicende avventurose e dopo essere stata esposta a Mosca tra il maggio e l’agosto del 1955.
In quell’occasione, il grande quadro ha avuto un impatto forte e profondo sul popolo russo, già così legato alle immagini della vergine dipinte nelle icone.
Lo scrittore russo Vasilij Grossman (1905 – 1964), guardando la tela della ” Madonna Sistina” presso il museo di Mosca, scrive: “quella tela è immortale. Vedo una madre con un bambino in braccio… la maternità e la fragilità di una ragazza”. Ma “il corpo e il viso della Madonna sono la sua anima, perciò è così bella… qualcosa che la mente umana non riesce a cogliere”. Ineffabile, misterioso che corpo e anima coincidano e in questo stia il segreto della maternità.
Grossman rivede l’immagine del dipinto in molti volti di madri e di figli incontrati durante i suoi reportage di guerra e capisce che “la Madonna è una nostra contemporanea. Conosce ogni cosa di noi… perché lei siamo noi, il loro destino siamo noi, madre e figlio sono l’umano nell’uomo”. La Madonna è compagna del cammino dell’uomo che vive ogni circostanza e che combatte.
La tela insomma, conclude Grossman, ci parla della “gioia di essere creature vive su questa terra… la forza della vita, la forza dell’umano nell’uomo è enorme, e nemmeno la forma più potente e perfetta di violenza può soggiogarla. Può solamente ucciderla.”
“E accompagnando con lo sguardo la Madonna Sistina, continuiamo a credere che vita e libertà siano una cosa sola, e che non ci sia nulla di più sublime dell’umano nell’uomo. Che vivrà in eterno, e vincerà”.

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